StartupItalia , 30 maggio 2017 - Jobot, il robot da trasporto italiano che sa lavorare in gruppo

01 Giugno 2017
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Si orienta in ambienti complessi, comunica con gli altri mezzi della flotta e aiuta i lavoratori aumentandone la produttività: ecco le potenzialità del progetto frutto della collaborazione tra Centro Piaggio, Unipi e la startup Eutronica

È stato necessario più di un anno di ricerca e il lavoro congiunto dei ricercatori del Centro Piaggio, dell’Università di Pisa e del team di Eutronica, la startup innovativa della rete di imprese Percorsi Erratici. Ma ora l’uomo ha un nuovo (e avanzatissimo) compagno di lavoro, capace di supportarlo in ufficio o in fabbrica. Si chiama Jobot, un robot progettato per trasportare autonomamente oggetti in diversi punti di ambienti complessi con la presenza, in uno spazio ristretto, di tante cose e persone. A prima vista, sembra soltanto un moderno carrello su ruote. Ma Jobot, oltre a muoversi all’interno di rotte programmate, eseguendo missioni di carico e scarico (può sopportare carichi fino a 25 kg), è intelligente e autonomo nel suo lavoro. «I ricercatori del Centro Piaggio hanno messo a punto il sofisticato sistema di guida e navigazione del robot che è in grado di lavorare in gruppo, con una flotta di altri Jobot», si legge in una nota dell’università di Pisa.

(Foto: Centro di Ricerca “E.Piaggio”, Università di Pisa)

Libero di muoversi in ambienti complessi

L’innovativo robot da trasporto riesce a capire cosa lo circonda: può riconoscere gli ambienti, destreggiarsi tra gli ostacoli e calcolare il percorso migliore da fare. «Il robot è provvisto di un sistema di navigazione che mappa l’ambiente in cui si trova a operare e lo rende in grado, in modo autonomo, di calcolare i percorsi ottimali, evitare ostacoli imprevisti, riconoscere situazioni di potenziale pericolo ed elaborare di conseguenza, in tempo reale, le azioni più idonee, dall’arresto a percorsi alternativi», racconta Lucia Pallottino, vicedirettrice del Centro Piaggio e docente di robotica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Inoltre, è abbastanza versatile e può essere usato in spazi e situazioni diverse, da grandi a piccole imprese. Jobot necessita solo di una rete wi-fi dedicata, in grado di far comunicare i membri della flotta con il server e le postazioni degli operatori (o relativi smartphone).

(Foto: Centro di Ricerca “E.Piaggio”, Università di Pisa)

Una flotta di robot per migliorare la produttività

L’obiettivo è quello di agevolare il lavoro dell’uomo e migliorare l’efficienza produttiva. Jobot consente alle persone impiegate in azienda di risparmiare tempo (e dunque ridurre i tempi di attesa di materiali, attrezzature e processi produttivi). L’adozione di una flotta di robot incrementa anche il risparmio. Stabilendo un numero congruo di robot, è stata calcolata una riduzione dell’80 per cento dei tempi normalmente impiegati negli spostamenti. Inoltre, in base ai dati raccolti dai robot durante il loro servizio, Eutronica può fornire un supporto da remoto per l’ottimizzazione del lavoro della flotta. «La contemporanea richiesta di più missioni in grandi ambienti di lavoro viene gestita da un server attraverso una logica in grado di ottimizzare gli spostamenti e i tempi di utilizzo di tutte le unità disponibili», spiega Pallottino.

(Foto: Centro di Ricerca “E.Piaggio”, Università di Pisa)

La comunicazione tra robot

Come fanno sapere dalla stessa Eutronica, Jobot è soltanto il primo di una serie di progetti il cui scopo è unire − a costi contenuti − tecnologie di produzione e attività umane. Può operare in continuo per un intero turno di lavoro, visto che la sua batteria ha una durata di ben 10 ore. «Il Centro Piaggio lavora da molti anni allo studio e alla ricerca della cooperazione tra i robot basata su comunicazione V2V (Vehicle to Vehicle), cioè alle metodologie e ai servizi che permettono il coordinamento autonomo dei veicoli», spiega ancora la vicedirettrice del Centro Piaggio. Nel prossimo futuro, si punta a far comunicare i robot tra loro per la gestione di possibili collisioni, limitando ancor di più l’intervento dell’uomo.

@antcar83