Euronews, La realtà aumentata entra nelle sale operatorie

26 Novembre 2018
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La realtà aumentata entrerà nelle sale operatorie per contribuire a salvare vite umane. All'Università di Pisa si sta sviluppando una sorta di navigatore che guiderà la mano del chirurgo durante le fasi più delicate di un intervento, fornendo anche preziose informazioni in tempo reale. Ma come funziona esattamente questa tecnologia e come sarà integrata dai chirurghi?

Il futuro della medicina è sempre più hi-tech. Con l'arrivo della realtà aumentata nelle sale operatorie, la chirurgia vede aprirsi nuove frontiere di fronte a sé.

I ricercatori del Centro EndoCAS dell'Università di Pisa stanno perfezionando per il progetto Vostars (Video and Optical See Through Augmented Reality surgical Systems) un dispositivo destinato a essere di grande aiuto in operazioni delicate. Come gli interventi di chirurgia maxillo-facciale, ci dice il dottor Giovanni Badiali del Policlinico Sant'Orsola di Bologna: "Nella nostra attività spesso dobbiamo eseguire il riposizionamento di parti dello scheletro facciale per correggere, ad esempio, una malformazione. Essere in grado di visualizzare sul paziente le indicazioni che servono per inserire una parte in una nuova posizione, garantendo la simmetria, è un aiuto inestimabile"

Questo progetto di ricerca europeo, coordinato dal Dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Università di Pisa, punta a creare un ibrido di due versioni esistenti dei dispositivi per la realtà aumentata. Dal visore si accede a dati come il punto dove effettuare l'incisione, o la pressione e la frequenza cardiaca del paziente.

Il coordinatore del progetto, Vincenzo Ferrari, spiega: "Una peculiarità del visore è di fornire direttamente davanti agli occhi del chirurgo l'informazione di cui ha bisogno per eseguire l’intervento. In questo caso possiamo fornire con estrema precisione l’informazione virtuale allineata con quella reale, ad esempio come indicare una linea di taglio con estrema accuratezza. Poi possiamo fornire una vista magnificata, ingrandita".

Attraverso una videocamera il sistema combina le immagini che vede il chirurgo con le informazioni mediche del paziente, e fa in modo che le due restino perfettamente allineate. Una sfida non da poco per gli ingegneri come Fabrizio Cutolo, che la riassume così: "Ogni volta che vogliamo allineare una scena reale con una scena virtuale, abbiamo bisogno di sistemi di video camere che traccino la scena che ci circonda, poi dobbiamo sapere come ricostruire al meglio quella scena virtuale, affinché sia coerente con la maniera in cui a occhio nudo la percepiamo".

Questa nuova tecnologia dovrebbe permettere di ottenere, oltre a una maggiore precisione, una riduzione dei tempi d'intervento almeno dell'11 per cento. Ma a questo scopo è fondamentale che le procedure chirurgiche siano perfettamente integrate col funzionamento del visore, dice l'ingegnera Marina Carbone: "Il mio ruolo è quello di fare da interfaccia tra quello che sarà il singolo intervento chirurgico nel quale il dispositivo Vostars verrà applicato, il suo protocollo chirurgico e la traduzione di questo protocollo nell’ambito del dispositivo e di come e in che momenti il dispositivo interverrà".

Il visore, sviluppato da un consorzio di università, centri di ricerca e imprese europee, sarà sottoposto a tre cicli di test, in Italia e in Germania, entro la fine del 2019, e dovrebbe essere disponibile entro il 2022.